martedì 19 maggio 2015

ANCORA PATTINAGGIO E BIMBI E ADULTI ( che dovrebbero imparare dai bimbi)

Come sempre parto da vicende personali per fare alcuni considerazioni generali.
Sabato ci sono state le gare regionali FIHP di pattinaggio artistico su rotelle. Celeste arrivava medaglia d'oro del libero dalle provinciali. Quella gara l'aveva affrontata bene, senza particolari ansie e così ci aspettavamo che andasse per questa, sebbene fosse una gara " più importante ", con più avversarie e Celeste una bimba molto emotiva.
Le cose non sono andate proprio così. Me la vedo arrivare in sala, musino terreo e vocina flebile: "mamma, mi gira la testa, mi viene da vomitare..." Ecco, ci siamo, ho pensato. " Cele, dai, è solo agitazione, non ci pensare, stai tranquilla." La sorellina piccola aveva fatto influenza pochi giorni prima e per precauzione le misuro la temperatura. Qualche lineetta, in effetti, l'aveva, ma  convinti che fosse solo l'agitazione la tranquilliziamo. Si parte, arriviamo ad Asti, nessun segno di ripresa. Celeste sempre abbattuta. Ma ormai la perdiamo di vista. E' con le sue compagne e con i suoi allenatori. fa le prime gare di obbligatori. Non brilla. La raggiungo. Sono le due. Mangia un boccone. " Mamma ho freddissimo, mi gira la testa...." Cele, dai tranquilla, cerca di controllarti. Concentrati, sei solo agitata. Verso le cinque è finalmente ora del libero. Inizia benissimo. O.K. A posto. Si è tranquillizzata. Invece commette alcuni errori. Per il resto pattina davvero bene e nonostante gli errori il punteggio è buono. Quinta, La raggiungo per rassicurarla, l'abbraccio e mi accorgo, finalmente, che scotta. Aveva ragione lei. Non era agitazione, ma influenza. A casa mi racconterà la sua gara. "Mamma  quando ho fatto la prima catena mi stava venendo da vomitare e ho dovuto ingoiare, è per quello che ho sbagliato, e la trottola, ecco lì mi girava tantissimo la testa, poi si è fermata all'improvviso...." io ascoltavo, mi veniva il magone, mi sentivo in colpa, mi sentivo mamma degere e snaturata e, soprattutto, mi sono chiesta se, rendendoci conto che stava male davvero, avremmo deciso ugualmente di farle fare la gara. Probabilmente si, è stata la risposta che mi sono data. Ma subito dopo ne è spuntata un'altra. Sarebbe stato giusto? Non si trattava solo della gara.  Si trattava del tempo, tanto, (ore), che è stata da sola ad affrontare le sue paure e il suo malessere. C'erano i suoi allenatori, ma noi non c'eravamo. Eravamo lì, ma da un altra parte. 
E a parte questo, quello che mi ha stupito è stato il senso del dovere, direi quasi dell'abnegazione, dei bambini. Celeste semplicemente sapeva che la gara doveva farla, e ha cercato di farla. L'ha fatta al meglio che poteva, è arrivata in fondo, anche se alla fine non ha fatto neppure il saluto "perchè, mamma, se mi abbassavo, andavo giù...", quanti adulti lo avrebbero fatto? Quanti adulti non avrebbero semplicemente mandato tutto al davolo e avrebbero rinunciato? 
Io da questa vicenda credo di aver imparato due cose e ve le propongo.
La prima è che non dobbiamo fissarci sulle nostre convinzioni precostituite: Celeste è emotiva. Sta male perchè è in ansia. Controllare bene prima di prendere una decisione e non fidamoci mai di quello che noi abbiamo deciso che i nostri figli siano. Forse sono anche qualcosa che noi non sappiamo.  
La seconda è che abbiamo una resposabilità enorme. Sono bimbi e sono nelle nostre mani. Decidiamo per loro delle loro vite. Pensiamoci sempre. Impariamo da loro e fidiamoci di loro. 

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