mercoledì 13 maggio 2015

HOCKEY ALLENATORI E GENITORI

Qualche giorno fa ero presente ad uno degli allenamenti di hockey di mio figlio. Di fianco a me, un genitore ( non vi dirò mai se era una mamma o un papà, nemmeno sotto tortura), si lamentava della durezza dell'allenatore. " guarda, guarda ( non riferendosi a me ) non può terrorizzarli così!! Guarda lì dietro!  Sono terrorizzati!" 
Ecco, sono la solita mamma distratta, ho pensato. L'allenatore li spaventa tutti e io non me ne accorgo. Ho iniziato a seguire con più attenzione l'allenamento.
In pista c'erano più di venti ragazzini maschi tra i sette e i dieci anni, tutti muniti di stecca di legno, tutti, chi più chi meno in movimento sui pattini, quasi nessuno che ascoltasse l'allenatore per capire l'esercizio da fare. 
Ora. Non so se voi avete mai assistito ad un allenamento di hockey con bimbi del mini hockey e dell'under 10 insieme. Vi dò un consiglio: fatelo. Rivedrete molto velocemente tutte le vostre idee educative. Ci vorrebbe la frusta. Semplicemente. 
Invece, senza frusta e dal mio punto di vista molto meritevolmente e anche coraggiosamente, l'allenatore spiegava alla masnada di ragazzetti ( sempre in movimento e sempre con la stecca in mano) come fare esercizi non banali, che richiedevano prima di tutto l'ascolto e poi un minimo di attenzione nell'esecuzione. 
Guardando attentamente, durante le spiegazioni degli esercizi, di ragazzini turbati, tremanti spaventati o terrorizzati per la durezza dell'allenatore, giuro, non ne ho visti. Ho visto invece varie steccate  in svariate parti del corpo tra i ragazzini ( mio figlio ne ha ricevuta una sulla bocca), spinte, discussioni sulla posizione della frenata ( non dovevano frenare), dita nel naso, giravolte, disordini non autorizzati ed altro. Eppure l'allenatore alla fine ci è riuscito. E' riuscito a far fare a tutti i ragazzetti, gli esercizi richiesti. Certo, a volte era brusco. Certo rimproverava chi invece di ascoltare dava steccate in giro. Ma il fatto che gli esercizi gli abbiano fatti tutti, mi è sembrato un vero prodigio. Come un prodigio era, dal mio punto di vista, che nonostante fossero tutti ammassati vicini uno all'altro, sempre sui pattini e sempre con la stecca in mano,  nessuno dei ragazzini si facesse male seriamente. 
Allora mi sono chiesta come era possibile che il genitore di fianco a me vedesse bambini terrorizzati e io vedessi invece piccoli mostri agitati muniti di stecca e pronti a fare qualunque cosa tranne ascoltare l'allenatore. Perchè  a me la durezza dell'allenatore sembrava, letteralmente, un salvavita sia per mio figlio che per gli altri bambini e per il genitore di fianco a me risultava intollerabile e riprovevole? La risposta non sono riuscita a darmela finchè non ho visto come il figlio del genitore di fianco a me beveva. Non reggeva la bottiglia da solo, cosa che con i guanti da hockey è un pò disagevole, ma tutt'altro che impossibile, ma veniva imboccato tipo biberon dal genitore che gli reggeva la bottiglietta e la conferma finale l'ho avuta vedendo come il bimbo in questione si cambiasse. Non si è tolto da solo nemmeno una calza. Insomma, la risposta alle mie esistenziali domande direi che si trova in una esortazione: ragazzi: fateli crescere 'sti figli!!! E se non siete pronti ad accettare sgridate dell'allenatore o steccate di altri bimbi addosso a vostro figlio, mandateli a fare danza. Hockey, davvero non fa per voi. 


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